Museo delle Origini dell'Uomo

LA DONNA NELLA SCULTURA POST-PALEOLITICA




Fig. 8A1) Scultura antropomorfa in terracotta. Raffigura una donna nuda, seduta in ginocchio; è priva di braccia, e la testa manca perchè si è rotta, e non si è trovata. Tipologicamente deriva dalle veneri del Paleolitico, con cui ha ancora in comune la nudità, e l'assenza di braccia.
Queste veneri hanno vari nomi: idoletto, Dea Madre, Dea della fertilità, ecc. Questa scultura è simile in tutto alla Dea Madre egiziana (Fig. 8A3).
Dimensioni: alt. cm 7.
Origine: Grotta delle Arene Candide, Finale Marina, Savona, Italia.
Cultura materiale: Neolitico.
Collocazione: Museo Archeologico di Genova Pegli


Fig. 8A2) Scultura antropomorfa in terracotta. Raffigura una donna nuda; è una Venere, ancora priva di braccia e di piedi come le veneri paleolitiche; è realizzata in uno stile elegante.
Dimensioni: piccola.
Origine: Strelice, Moravia, Cecoslovacchia.
Datazione: V millennio a.C.
Cultura materiale: Neolitico.
Collocazione: Museo Moravo, Brno.


Fig. 8A3) Scultura antropomorfa in terracotta. Raffigura una donna nuda, seduta in ginocchio e priva di braccia. È simile alla scultura delle Arene Candide (Fig. 8A1). In Egitto è definita Dea Madre. È stata dipinta sul corpo con figure che sembrano tatuaggi: pesci sul petto e mammiferi sulla schiena.
Dimensioni: piccola.
Origine: Egitto.
Cultura materiale: Naqada I, circa 3500 anni a.C.


Fig. 8A4) Scultura litica antropomorfa. Rappresenta la "Madre mediterranea". È una venere nuda, con forte deformazione stilistica di tipo geometrico. Gli attributi femminili sono soltanto i seni. In comune con le precedenti veneri ha assenza di braccia e di piedi.
Dimensioni: piccola.
Origine: Sardegna.
Datazione: III millennio a.C. Cultura materiale protosarda.
Collocazione: Museo Archeologico Nazionale, Cagliari, Italia.


Fig. 8A5) Scultura zooantropomorfa in alabastro. È la "Dea della fertilità"; seduta sopra un trono senza schienale; è fiancheggiata da due sfingi (che hanno un ulteriore significato nel culto). Dai seni forati scorrevano liquidi nella vaschetta che sorregge con le mani.
Questa divinità è direttamente collegata alle Dee Madri del Neolitico, e quindi alle veneri del Paleolitico.
Dimensioni: alt. cm 17,8; largh. cm 10,6; spessore cm 12,7.
Datazione: V secolo a.C.
Origine: Tomba 20, Necropoli Tutugi, Galera, Granada, Spagna.
Collocazione: Museo Archeologico Nazionale, Madrid, Spagna.


Fig. 8A6) Scultura antropomorfa in ceramica. Raffigura una donna nuda senza mani, senza piedi, con bella acconciatura, come le veneri paleolitiche, da cui deriva, e da cui si distingue per avere le gambe divaricate. Queste sculture, che rappresentano divinità, sono state trovate in gran numero, e anche bifronti. (Fig. 8A7, 8A8, 8A9)
Dimensioni: da cm 6 a cm 13, in media cm 10.
Origine: Tlatilco, Messico.
Datazione: da 1100 a 500 anni a.C.
Collocazione: Museo Nazionale di Antropologia, Città del Messico.


Fig. 8A7) Scultura antropomorfa bifronte in ceramica (disegno). Raffigura una donna nuda con testa bifronte. Dagli archeologi messicani queste veneri bifronti sono interpretate come "simbolo di un doppio frutto o del principio della dualità, che rappresenta una delle radici della filosofia religiosa mesoamericana, cui viene attribuito carattere propiziatorio".
Dimensioni: da cm 6 a cm 13, in media cm 10.
Origine: Tlatilco, Messico.
Datazione: da 1100 a 500 anni a.C.
Collocazione: Museo Nazionale di Antropologia di Città del Messico.


Fig. 8A8) Scultura antropomorfa bifronte di ceramica. Raffigura una donna nuda con teste bifronte (vedi didascalia Fig. 8A7).


Fig. 8A9) Scultura antropomorfa bifronte di ceramica. Raffigura una donna nuda con due teste (vedi didascalia Fig. 8A7).


Fig. 8A10) Scultura litica antropomorfa (disegno). Raffigura una donna. La deformazione stilistica è di tipo geometrico. È un idolo che si può equiparare alle veneri paleolitiche e alle dee madri più recenti. L'unico attributo femminile che queste sculture hanno sono i seni, questo non riguarda affatto lo stile dell'arte, ma una filosofia religiosa. La Dea dei serpenti di Cnosso è completamente vestita ed ha i seni in mostra.
Queste sculture femminili sono state trovate in Lunigiana, unitamente ad altre simili (stesso stile) che raffigurano uomini armati di "pugnale ascia" (vedi Fig. 4A7 e didascalia).
Dimensioni: m 1 circa.
Origine: Moncigli, Massa Carrara, Italia.
Cultura materiale: età dei metalli, terzo millennio.
Collocazione: Museo Archeologico del Castello di Pontremoli, Italia.


Fig. 8A11) Scultura antropomorfa di ceramica. La Dea dei serpenti è una divinità femminile che deriva dalle veneri paleolitiche e dalle dee madri, di cui è anche coeva. È una variante della Dea Madre, nelle nuove religioni che si vanno formando con la ricchezza delle nuove civiltà. In comune con le veneri e le dee madri ha il seno scoperto, e sempre copricapi molto belli. Sui serpenti che tiene tra le mani stiamo facendo ricerche tipologiche.
Dimensioni: 34,3 cm.
Origine: Cnosso, Isola di Creta, Grecia.
Datazione: 1600 anni a.C.
Collocazione: Heraklion. Museo Archeologico di Creta, Grecia.


Fig. 8A12) Scultura antropomorfa di bronzo. Donna seduta con un giovane tra le braccia. È una Dea Madre, che in Sardegna è definita "Madonna nuragica".
Dimensioni: cm 10.
Origine: Urzulei (Nu), Sardegna, Italia.
Datazione: circa 1000 anni a.C.


Fig. 8A13) Scultura antropomorfa in calcare di Melilli. Dea Madre seduta su trono, avvolta in un mantello, e intenta ad allattare due bambini. Questa è un'altra interessante e rara variante della Dea Madre (ricorda Romolo e Remo, i fondatori di Roma, che furono allattati da una lupa, e su cui esiste una vasta produzione di sculture).
Dimensioni: cm 78.
Origine: Necropoli occidentale di Megara Iblea.
Datazione: prima metà VI secolo a.C.
Collocazione: Museo Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa, Italia.


Fig. 8A15) Gruppo di reperti di sculture di ceramica, in parte rotte, del periodo Jomon medio, che in Giappone è stato datato tra i 5000 e i 4000 anni fa.
Da questi frammenti e dalle sculture (Fig. 8A16, 8A17, 8A19) si rilevano quattro diversi tipi di sculture, che sono i seguenti:
- Testa umana con o senza collo
- Testa di animale con o senza collo
- Testa di ibrido artistico uomo-animale
- Donne nude (Veneri)
Sono assenti, invece, le sculture antropomorfe bifronti.


Fig. 8A16) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una testa umana, non sappiamo se di uomo o di donna. Lo stile è estremamente semplice, e l'espressione è stata data (per noi volutamente) facendo gli occhi lievemente diversi l'uno dall'altro; spostando la bocca un po' a destra, e tenendola a grande distanza dal naso. In sostanza è una testa reinventata.
Non sappiamo se è una maschera, oppure una piccola raffigurazione di divinità.
Origine: Hata-machi, Nagano, Giappone.
Datazione: Jomon medio, 5000-4000 anni fa.
Collocazione: National Museum, Tokyo.


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Fig. 8A17) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una venere nuda con un interessante e bel copricapo. Lo stile è elegante e ironico, con enorme differenza di proporzioni tra i seni e gli altri attributi del sesso. Le veneri più belle hanno sempre un copricapo.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
Datazione: Jomn medio, 5000-4000 anni fa.


Fig. 8A18) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna, e questo si deduce soltanto dai seni; non ha gambe; sembra vestita, e con una sorta di cintura, al cui centro c'è un buco ovale e verticale, che si può interpretare come una vulva.
Sono interessanti le grandi labbra in quanto, prima e dopo questa epoca, sono state raffigurate in scultura divinità con grandi labbra anche in Europa. La disposizione delle braccia può far pensare ad ali di uccello, quindi a un ibrido artistico uomo-animale. È una scultura che merita di essere studiata più approfonditamente.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone
Datazione: Jomon medio, 5000-4000 anni fa.


Fig. 8A19) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna nuda con un copricapo oppure con un'acconciatura. Lo stile di raffigurazione della faccia è diverso da quello del corpo, che è più realistico (nota: due diversi stili nella stessa scultura hanno due origini diverse.) È la venere più antica con raffigurati mani e piedi.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
datazione: Jomon finale, 4000-3000 anni fa.


Fig. 8A20) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna (per i seni e per la vulva), ma ha anche caratteristiche di ibrido artistico uomo-animale, in quanto ha le braccia che sembrano ali, senza mani, mentre invece la gambe hanno i piedi. Merita di essere studiata ulteriormente, ricercando sculture simili.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
Datazione: Jomon recente, 4000-3000 anni fa.


Fig. 8A21) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna con due piccolissimi seni. La scultura è già presente in questo sito (Fig. 4A8) e con l'incertezza sul suo sesso, che è un dubbio legittimo, quando non si conosce la tipologia dell'arte di un popolo o di una civiltà. Nei libri europei da noi consultati abbiamo più volte trovato su questa scultura la generica didascalia "figura stilizzata, periodo Jomon I°", senza una specificazione del sesso o del tipo di divinità. Da una pubblicazione giapponese abbiamo appreso che è considerata "venere", e quindi è donna e divinità.
Le braccia aperte, come in questa scultura, quasi raffigurasse una danza, sono presenti in molte veneri del Giappone.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
Datazione: Jomon recente, 4000-3000 anni fa.


Fig. 8A22) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna con lungo vestito, bocca spalancata e sguardo al cielo. È certamente una divinità femminile che deriva dalle veneri.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
Datazione: Jomon recente, 4000-3000 anni fa.


Fig. 8A23) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una venere con copricapo oppure con una capigliatura molto elaborata. Il linguaggio stilistico è estremamente ricco di particolari e reinventa completamente la figura umana.
Dimensioni: piccola.
Origine: Giappone.
Datazione: Jomon recente, 4000-3000 anni fa.


Fig. 8A24) Scultura antropomorfa di ceramica. Raffigura una donna. Lo stile è molto eleborato, tanto da non capire se il corpo ha decorazioni, oppure un vestito. Per la testa, si può considerare un ibrido artistico uomo-animale, e in questo caso la parte animale ci sembra gli occhi ingranditi di un insetto.
In periodi più recenti questo vestito avrebbe potuto essere un costume di teatro; ma certamente la scultura, con questo abbigliamento, doveva rappresentare una divinità importante.
Dimensioni: piccole.
Origine: Giappone.
datazione: genericamente Jomon.


Fig. 8A25) Scultura antropomorfa di pietra calcarea. Rappresenta la dea madre Astarte che allatta il figlio. La scultura è stata trovata priva di testa.
Dimensioni: forse alt. cm 40.
Datazione: arte dei Fenici.
Origine: sconosciuta.








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