Museo delle Origini dell'Uomo

LA DONNA NUDA (VENERE) NELLA SCULTURA DEL PALEOLITICO



La produzione della donna nuda (Venere) è suddivisa in tre fasi:
- da 400.000 a 200.000 anni (Acheuleano e Clactoniano medio),
- da 200.000 a 40.000 anni (Acheuleano e Clactoniano recente e Musteriano),
- da 40.000 a 12.000 anni (Paleolitico superiore),
La tipologia delle sculture è costituita da statuine femminili nude e senza piedi ("Veneri"), con evidenziati gli attributi del sesso.
La più antica ha datazione assoluta, (Fig. 8,1) ed è la sola conosciuta del Paleolitico inferiore. Tutte le altre "Veneri", nel '900, hanno avuto diverse attribuzioni culturali, di cui la più antica era l'Aurignaziano e che attualmente, per alcuni autori, è il Gravettiano.
In questa classificazione, alcune "Veneri" sono attribuite al Paleolitico medio, cioè al Musteriano, (Fig. 8,3), in quanto hanno i tratti del volto o della testa simili ai Neandertaliani, e inoltre hanno un cappuccio o forse un'acconciatura appuntita, e prevale lo sguardo verso l'alto.
Le "Veneri" del Paleolitico superiore generalmente hanno la testa china, cioè lo sguardo verso il basso e un'accurata acconciatura (Fig. 8,6).
In Italia (Balzi Rossi) è stata trovata una "Venere" bifronte (Fig. 8,7). La scoperta risale all'800, quindi l'attribuzione culturale genericamente è l'Aurignaziano.
Le "Veneri" proseguono nel Neolitico, e spesso sono in terracotta; e assumono nuove forme e differenti nomi: Dea della fecondità, Dea Madre, Grande Madre, ecc.
In Messico troviamo in abbondanza "Veneri" con la testa a due facce, e anche "Veneri" con due teste.




Fig. 8,1) Scultura litica antropomorfa (disegno). Raffigura una donna nuda, reperita dalla Prof. NAAMA GOREN-INBAR nel 1980. Questi tipi di sculture sono state denominati "Veneri" dai primi scopritori, in quanto pensavano che rappresentassero l'ideale femminile degli uomini paleolitici; successivamente è stato loro attribuito il culto della fecondità, cioè sono "idoli"; sono "divinità", ma nonostante questo enorme cambiamento di significato, il nome "Venere" è rimasto!
Questa venere è la più antica e la più piccola che si conosca. Come le altre veneri ha ben raffigurati gli attributi del sesso, ma non ha né mani, né piedi, né tratti del volto ed è priva di gambe.
Dimensioni: alt. cm 3,5.
Origine: Berekhat Ram, Golan settentrionale, Israele.
Cultura materiale: Acheuleano.
Datazioni assolute: da 233.000 a 800.000 anni; altra datazione da 330.000 a 800.000 anni, comunque, tra i paletnologi c'è chi adotta i 233.000 e chi i 330.000 anni.
Si sono interessati a questa scultura: il Prof. A. Marschack, il Prof. F. D'Errico, il Prof. A. Nowell, il Prof. A. Pelcin, il Prof. P.G. Bahn, il Prof. Vertut, e naturalmente la Prof. Goren-Inbar.


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Fig. 8,2) Scultura litica antropomorfa. Raffigura una figura umana con cappuccio o acconciatura appuntita e con una testa umana sulla schiena. È l'unica scultura di questo tipo che conosciamo. Abbiamo scartato l'attribuzione di raffigurazione bifronte, che tuttavia non è da escludere. Ci sembra, per quanto un po' precoce, la raffigurazione di una donna che trasporta sulla schiena un teschio, seguendo un rito ancora presente nell'etnografia africana, dove una fanciulla (Fig. 3,23) trasporta legato sulla schiena il teschio del parente defunto. L'ipotesi aggiuntiva che si possa trattare di una fanciulla è data dalla testa appuntita, come quella delle altre veneri, ma anche, trattandosi di una raffigurazione che narra un rito funebre, il non avere raffigurati gli attributi del sesso, come nelle altre veneri. La testa o il teschio applicato sulla schiena ha sguardo rivolto in basso.
Per la testa, il collo e la spalla, ci sembra raffiguri un Homo sapiens neanderthalensis.
Dimensioni: alt. cm 24.
Origine: Tiglieto, Genova, Italia.
Cultura materiale: Musteriano.
Museo delle Origini dell'Uomo.


Fig. 8,3) Scultura litica antropomorfa. Raffigura una donna nuda, con tutti gli attributi del sesso in evidenza e il cappuccio o un'acconciatura appuntita. È la "Venere di Savignano", la più nota delle veneri italiane. È stata trovata nel 1925, in occasione di scavi edili, e completamente fuori contesto culturale. Per oltre 70 anni è stata attribuita all'Aurignaziano; adesso c'è chi vorrebbe attribuirla al Gravettiano; noi la attribuiamo al Musteriano, in quanto per la testa, il collo e la spalla ci sembra raffiguri un Homo sapiens neanderthalensis. Simile cappuccio, collo e spalla si riscontrano nella scultura di Tiglieto (Fig. 8,2).
Dimensioni: alt. cm 22.
Origine: Savignano sul Panaro, Modena, Italia.
Cultura materiale: Musteriano.
Collocazione: Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini, Roma.


Fig. 8,4) Scultura litica antropomorfa. Raffigura una donna nuda, con in evidenza tutti gli attributi del sesso. Ha sguardo rivolto verso l'alto, e cappuccio o acconciatura appuntita. Per il profilo della testa, il tipo umano è Homo sapiens neanderthalensis.
Dimensioni: alt. cm 6.
Origine: Balzi Rossi, Imperia, Italia.
Cultura materiale: Musteriano oppure Paleolitico superiore (Aurignaziano).
Collocazione: Museo delle Antichità Nazionali di Saint-Germain-en-Laye, Parigi.


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Fig. 8,5) Scultura litica antropomorfa. Raffigura una donna nuda, e sono messi in evidenza tutti gli attributi del sesso. È stata trovata da P. Gaietto nel 1969 nello stesso territorio di ritrovamento della famosa "Venere di Savignano" (Fig. 8,3).
Questa scultura è ricavata da una lastrina di pietra dello spessore di 1 cm, ed è fluitata negli spigoli per rotolamento alluvionale. Per la schiena e la testa appuntita si può considerare Homo sapiens neanderthalensis, e per queste caratteristiche è simile all'altra venere di Savignano, e alla venere dei Balzi Rossi (Fig. 8,4). È grassa come la Venere di Willendorf (Fig. 8,6).
Dimensioni: alt. cm 13,5 - spessore cm 1.
Origine: Savignano sul Panaro, Modena, Italia.
Cultura materiale: Musteriano.
Museo delle Origini dell'Uomo.


Fig. 8,6) Scultura litica antropomorfa. È la famosissima Venere di Willendorf. Questa foto a colori è un calco, cioè una copia della scultura. L'originale ha piccole incisioni nella zona delle mani, che integrano la parte scolpita. Ha una bella acconciatura, che potrebbe anche essere un copricapo di conchiglie (vedi copricapo di conchiglie delle Arene Candide Fig. 3,22); non ha lineamenti del volto, cioè è priva di faccia, ed ha sguardo rivolto in basso. Probabilmente raffigura un Homo sapiens sapiens.
Dimensioni: cm 11.
Origine: Willendorf, Austria.
Cultura materiale: Paleolitico superiore.


Fig. 8,8) Venere di Laussel. Raffigura una donna nuda con un corno in una mano. Il volto, o forse la capigliatura, non esiste più, in quanto è stato distrutto. Spesso le immagini femminili non hanno il volto.
Dimensioni: alt. cm 47.
Origine: Laussel, Francia.
Cultura materiale: Paleolitico superiore



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