Museo delle Origini dell'Uomo

CRANI E UOMINI PER INTERPRETARE LA SCULTURA ANTROPOMORFA DEL PALEOLITICO INFERIORE E MEDIO




Fig. 3,1) Australopithecus africanus (forma gracile).
Disegno in vista laterale. Questo ominide è molto simile ad Homo habilis.
Questo cranio ha affinità con la scultura antropomorfa olduvaiana di S.Severo (Fig. 4,1).




Fig. 3,2) Homo erectus (Sinantropo).
Disegno del cranio ricostruito da F. Weindenreich con più frammenti di crani, sia maschili che femminili, di varie età. Con questo cranio si possono interpretare, nel profilo laterale, le sculture di teste umane prive di mento e di fronte dell'Acheuleano e del Clactoniano.




Fig. 3,3) Simulazione grafica dell'unione di due crani di ominidi vissuti contemporaneamente, per un parametro con le sculture antropomorfe bifronti del Paleolitico inferiore. (Disegno P.Gaietto,1982).
A sinistra Australopithecus africanus, a destra Homo erectus (Sinantropo). La parte tratteggiata con le linee verticali si riferisce alle sculture che non hanno divisione tra le mandibole. Escludendo le linee verticali, il disegno fa riferimento alle sculture in cui le due mandibole sono separate e si uniscono in alto.




Fig. 3,4) Homo erectus con mandibola prominente.
Questo tipo umano non risulta dai reperti scheletrici dell'Acheuleano e del Clactoniano, ma è noto nella scultura antropomorfa. (Vedi Fig. 4,3 - 4,4 - 4,5 - 4,6 - 4,7).
Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto (1974).



Fig. 3,5) Simulazione grafica dell'unione di due crani di ominidi vissuti contemporaneamente, per un parametro con le sculture antropomorfe bifronti nella fase finale del Paleolitico inferiore. (Disegno P.Gaietto, 1982). A sinistra Homo sapiens Neanderthalensis (il Vecchio di La Chapelle-aux-Saints) e a destra Homo erectus. Abbiamo utilizzato, per la raffigurazione del cranio di Homo erectus, la ricostruzione del Sinantropo, che è stata fatta molti anni fa da Weidenreich, e questo merita una spiegazione.
Nell'Acheuleano e nel Clactoniano, cioè per circa 650.000 anni (da 750.000 a 100.000 anni fa), non è stato trovato un solo cranio completo di Homo erectus, ma soltanto delle parti, e neanche nello stesso posto.
Di recente è stato classificato un nuovo tipo di ominide, cioè Homo sapiens arcaico. Alcuni resti di Homo erectus sono stati attribuiti ad Homo sapiens arcaico, e non c'è completo accordo tra i paleoantropologi. Neanche di Homo sapiens arcaico è stato trovato un cranio completo. Comunque, le differenze tra Homo erectus e Homo sapiens arcaico dovrebbero essere minime, e tali da non influire nel profilo generale di una testa per interpretare una testa raffigurata in scultura.



Fig. 3,6) Donna pre-neanderthaliana.
Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto (1974).



Fig. 3,7) Uomo pre-neanderthaliano
Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto (1974).



Fig. 3,8) Simulazione grafica di due parti dello stesso cranio di Homo sapiens neanderthalensis (La Chapelle-aux-Saints). A sinistra vista frontale, a destra vista di profilo. (Disegno P.Gaietto, 1982).
Questa ricostruzione è stata fatta in appoggio alla scultura antropomorfa bifronte di Voltri (Fig. 5,23).
NOTA : I disegni dei teschi, e anche i loro abbinamenti, sono stati presentati in questo sito per facilitare l'interpretazione delle sculture antropomorfe, che sono rappresentazioni di "ominidi viventi", in quanto, nel Paleolitico, almeno fino ad oggi, non sono state trovate raffigurazioni di scheletri, né in scultura, né in pittura.



Fig. 3,9) Homo sapiens neanderthalensis (La Chapelle-aux-Saints).
Cranio in vista laterale e frontale, orientato nel piano orbito-auricolare.



Fig. 3,10) Homo sapiens sapiens. (Tipo di Predmost, Moravia, Cecoslovacchia).
Cranio in vista laterale. Ha il mento, ma ancora la fronte sfuggente come i Neanderthaliani.
Questo tipo umano nella scultura antropomorfa del Paleolitico superiore è più frequente del Cro-Magnon (Fig. 3,16).



Fig. 3,11) Homo sapiens neanderthalensis. (Grotta di Skhul, Palestina).
E' uno dei Neanderthaliani più moderni, e trova riscontro nella scultura dei Balzi Rossi (Fig. 5,32), che raffigura la testa di una donna neanderthaliana (lato sinistro) con bella acconciatura.



Fig. 3,12) Homo sapiens neanderthalensis (Il Vecchio di Chapelle-aux-Saints).
La posizione del cranio, in vista semifrontale, è messa in relazione alle sculture di teste di Neanderthaliani (Fig. 4,19 e 5,24).



Fig. 3,13) Homo sapiens sapiens (Tipo di Cro-Magnon). Vista semifrontale.
In questa posizione, le teste raffigurate in scultura sembra che abbiano assenza di fronte come i Neanderthaliani, mentre il Cro-Magnon ha la fronte dell'Uomo moderno (Fig. 3,16). Anche il mento sembra più lungo, e tale risulta raffigurato anche in scultura (Fig. 5,24 - testa lato sinistro).



Fig. 3,14) Simulazione grafica dell'unione di due crani. A sinistra Homo sapiens sapiens (Cro-Magnon), a destra Homo sapiens neanderthalensis (La Chapelle-aux-Saints). I crani sono in posizione semifrontale.
Il riferimento di questa simulazione è con la scultura antropomorfa bifronte di Campoligure (Fig. 5,24). (Disegno P.Gaietto, 1982).



Fig. 3,15) Simulazione grafica dell'unione di due crani. A sinistra il moderno Homo sapiens neanderthalensis (Skhul V) (Fig. 3,11), a destra Homo sapiens sapiens (Predmost) (Fig. 3,10).
Questo tipo di abbinamento è frequente in scultura. (Disegno P.Gaietto, 1982).



Fig. 3,16) Homo sapiens sapiens (Tipo di Cro-Magnon).
Vedere la scultura dei Balzi Rossi (Fig. 5,32), dove il cranio e la testa umana (lato destro) hanno la stessa mandibola con mento, la stessa fronte, e la stessa calotta cranica; con lieve differenza per il naso. (Vedi anche Fig. 5,35).



Fig. 3,17) Homo erectus "scultore".
La tecnica di lavorazione per la produzione di sculture è più complessa di quella per la produzione di utensili.
La lavorazione per la produzione di utensili litici è costituita dal distacco di schegge che devono essere taglienti o appuntite. La lavorazione per la produzione di sculture è simile a quella degli utensili per la modellazione esterna, in cui sono anche usati percussori di legno o di osso, per non rompere la pietra, mentre si asportano schegge per modellarla, e dove viene usata una sola mano per percuotere.
Per la modellazione interna della scultura, cioè per fare avvallamenti con asportazione di schegge di pietra dentro la superficie, è necassario usare uno scalpello di legno o di osso, e un percussore, ed occorrono due mani come in questo disegno. Questa duplice tecnica si vede bene nella scultura di Maribo (Fig. 5,17). (Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto, 1974).



Fig. 3,18) Homo sapiens sapiens. Immagine di donna rilevata da sculture del Paleolitico medio finale.
(Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto, 1974).



Fig. 3,19) Homo sapiens sapiens.Immagine rilevata da sculture del Paleolitico medio finale.
(Disegno di A.Cestino su indicazioni di P.Gaietto, 1974)



Fig. 3,20) Uomo acromegalico. E' una malattia che deforma la testa.
Abbiamo voluto mettere questo soggetto in relazione con dei tipi umani raffigurati in scultura (Vedi Fig. 4,12 - 4,21 - 5,39- 5,40). La somiglianza è straordinaria, e per questo abbiamo voluto segnalare questa osservazione, che può essere utile per future ricerche.



Fig. 3,21) Acconciatura nell'etnografia africana.
Nelle sculture di teste della fase finale del Paleolitico medio, e nelle "Veneri" del Paleolitico medio e superiore, sono frequenti le teste appuntite, che possono essere cappucci oppure acconciature.



Fig. 3,22) Homo sapiens sapiens. Sepoltura delle Arene Candide, Finale Ligure, Italia.
Il copricapo di conchiglie marine ha delle affinità in raffigurazioni di teste del Paleolitico superiore, tra cui la Venere di Willendorf (Fig. 8,6).
Museo Archeologico di Genova Pegli (Italia).



Fig. 3,23) Fanciulla con teschio del parente defunto. Etnografia africana.
Questo uso, forse, trova un riscontro nella scultura di Tiglieto (Fig. 8,2), che raffigura un Neanderthaliano con la testa applicata alla schiena.



Fig. 3,24) Teschio trofeo di un cacciatore di teste di Borneo.
Nell'etnografia il teschio può essere collegato al rito del nemico vinto in battaglia, come al culto del parente defunto.
Era stato ipotizzato, per il Paleolitico inferiore, un culto del parente defunto, visto che si trovavano in maggioranza resti di crani. Comunque, nel Paleolitico, un culto legato alla dimensione della testa è inequivocabile, perchè la maggior parte delle sculture raffigura teste.
Nel Paleolitico esistono sculture pensili, cioè che venivano appese come questo cranio (Vedi Fig. 7,6,1 e Fig. 7,12).


Genova, 11 aprile 2002

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